Requisiti di un CdF

In un processo di CdF i soggetti aderenti definiscono un Programma d’Azione (PA) condiviso e si impegnano ad attuarlo attraverso la sottoscrizione di un accordo.

Affinché i CdF siano strumenti operativi, che producono risultati concreti e monitorabili nel breve e medio periodo, è necessario che tali strumenti abbiano determinati requisiti minimi che favoriscano:

  • l’avvio di processi partecipativi dal basso, per una esaustiva identificazione dei problemi e per la definizione delle azioni, al fine di conseguire risultati concreti e duraturi nei bacini e sottobacini idrografici;
  • la coerenza dei CdF al contesto territoriale, sociale e amministrativo in cui si inseriscono ed agli obiettivi delle norme, programmi, piani o altri strumenti vigenti su quel territorio.

I CdF si articolano nelle seguenti fasi:

  • condivisione di un Documento d’Intenti contenente le motivazioni, gli obiettivi generali, le criticità specifiche oggetto del CdF e la metodologia di lavoro, condivisa tra gli attori che prendono parte al processo. La sottoscrizione di tale documento da parte dei soggetti interessati dà avvio all’attivazione del CdF;
  • messa a punto di una appropriata Analisi Conoscitiva preliminare integrata sugli aspetti ambientali, sociali ed economici del territorio oggetto del CdF. Tra le finalità dell’analisi vi è la definizione e valorizzazione di obiettivi operativi, coerenti con gli obiettivi della pianificazione esistente, sui quali i sottoscrittori devono impegnarsi;
  • elaborazione di un Documento Strategico che definisce lo scenario, riferito ad un orizzonte temporale di medio-lungo termine, che integri gli obiettivi della pianificazione di distretto e più in generale di area vasta, con le politiche di sviluppo locale del territorio;
  • definizione di un Programma d’Azione (PA) con un orizzonte temporale ben definito e limitato (indicativamente di tre/cinque anni), alla scadenza del quale, sulla base delle risultanze del monitoraggio, sarà eventualmente possibile aggiornare il contratto o approvare un nuovo PA. Il PA per ogni azione deve indicare gli obiettivi, gli attori interessati, i rispettivi obblighi e impegni, i tempi e le modalità attuative, le risorse umane ed economiche necessarie, nonché la relativa copertura finanziaria;
  • messa in atto di processi partecipativi aperti e inclusivi che consentano la condivisione d’intenti, impegni e responsabilità tra i soggetti aderenti al CdF;
  • sottoscrizione di un Atto di impegno formale (il Contratto) che formalizzi le decisioni condivise nel processo partecipativo e definisca gli impegni specifici dei contraenti;
  • attivazione di un Sistema di controllo e monitoraggio periodico del contratto per la verifica dello stato di attuazione delle varie fasi e azioni, della qualità della partecipazione e dei processi deliberativi conseguenti;
  • predisposizione di informazioni pubbliche: i dati e le informazioni sui Contratti di Fiume devono essere resi accessibili al pubblico, come richiesto dalle direttive 4/2003/CE sull'accesso del pubblico all'informazione e 35/2003/CE sulla partecipazione del pubblico ai processi decisionali su piani e programmi ambientali, attraverso una pluralità di strumenti divulgativi, utilizzando al meglio il canale web.

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